Aritzo è un paesino montano del nord della Sardegna.
Situato in provincia di Nuoro, volge lo sguardo sui monti del Gennargentu, riparato da boschi di noccioli, castagni e lecci.
E’ il luogo ideale per chi vuole una vacanza di relax fra la natura, a contatto con le tradizioni ed il buon cibo sardo.
Estate ad Aritzo: festeggiando gli uomini della neve
I periodi migliori migliori per visitare questo paesino sardo sono le occasioni di festa, in cui si possono sì gustare le specialità tipiche ma anche scoprire la storia del luogo che stiamo visitando.
Vediamo le ricorrenze migliori per visitare Aritzo:
- Ferragosto – Sagra della Carapigna
Una giornata dedicata al caratteristico sorbetto della montagna ricordando “gli uomini della neve” (niargio aritzesi) che raccoglievano il prezioso ghiaccio in capienti neviere e lo trasportavano in tutta la Sardegna.
Con questo caldo è un’ottima idea andare a far visita ai siti archeologici delle Domus de Janas.
Autunno ad Aritzo fra castagne e tradizioni religiose
- Autunno in Barbagia – Sagra delle Castagne
Evento che si svolge in ottobre. In questa occasione il paesino attira un grande numero di persone. Una volta arrivati sul luogo si possono visitare i luoghi d’interesse, comprese le case degli abitanti che le aprono ai turisti. Questa manifestazione si chiama “cortes aperta” e i visitatori possono degustare un menù preparato dai proprietari della casa nella stessa. Si possono gustare tanti prodotti a base di castagne: la birra, i raviolini e naturalmente i dolci. Poi i piatti a base di carne, come il porchetto, il cinghiale o la pecora, le ottime conserve di verdure casalinghe, le nocciole locali, il pane fatto in casa, il tutto accompagnato da un buon vino.
Durante la giornata si possono visitare i monumenti locali ed assistere anche a cori con canti tradizionali di uomini in costume.
- Prima domenica di settembre – processione per San Basilio
Settembre è uno dei mesi favoriti per una visita ad Aritzo, il clima non ha ancora assunto note pungenti, la natura si veste di colori accesi e vivaci.
Si possono ascoltare i tradizionali canti sacri di origine spagnola e si può assistere alla processione di fedeli in gran parte vestiti con il costume tradizionale ad accompagnare il simulacro del santo lungo le vie del centro storico.
Il culmine dei festeggiamenti civili si ha con la scalata di “Su Pinnone” (albero della cuccagna), il fusto di un albero senza corteccia alto almeno 20 metri ed unto abbondantemente con grasso.