Museo egizio di Torino: uno dei più antichi e spettacolari musei sull’Egitto nel mondo, dopo quello del Cairo.
Visitando Torino è una meta assolutamente da non perdere.
Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”.
![Museo egizio di Torino: tutte le info per visitarlo - IAWA](http://www.iawa.it/wp-content/uploads/2019/07/Museo-egizio-di-Torino-tutte-le-info-per-visitarlo-1.jpg)
La storia del museo egizio di Torino
Il museo si concentra sulla civiltà nilotica, nacque nel 1824 ed a fondarlo fu il re Carlo Felice. Tutto ebbe però inizio con una spedizione di Donati, famoso egittologo che trovò in Egitto numerosi reperti, inviati poi a Torino.
Ad inizio 800si ebbero le campagne napoleoniche in Egitto ed in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie.
Re Carlo Felice acquistò questa grande collezione per la cifra di 400.000 lire e unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia, tra cui la collezione Donati fondò per l’appunto il museo che oggi possiamo visitare.
La collezione vantava all’epoca 8 000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari.
Negli inizi del ‘900, il direttore del museo, Ernesto Schiaparelli, avviò nuove acquisizioni e la collezione arrivò a contare oltre 30 000 pezzi.
Attualmente il museo si estende su 60 000 m², completamente ristrutturato è stato nuovamente inaugurato con una superficie espositiva più che raddoppiata, una sala mostre, e aree per la didattica.
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Visitando il museo egizio di Torino
Il museo è suddiviso in quattro piani (tre piani fuori terra e uno sotterraneo) con un percorso di visita cronologico.
E’ dotato di biblioteca, spazi di restauro e studio di mummie e papiri.
Attualmente sono presenti più di 37 000 pezzi fra i più importanti citiamo:
- la tomba intatta di Kha e Merit;
- il tempio rupestre di Ellesija;
- il Canone Reale, conosciuto come Papiro di Torino, una delle più importanti fonti sulla sequenza dei sovrani egizi;
- la Mensa isiaca, che i Savoia ottennero dai Gonzaga nel XVII secolo;
- la tela funebre, tessuto dipinto proveniente da Gebelein e scoperto nel 1930 da Giulio Farina;
- i rilievi di Djoser;
- le statue delle dee Iside e Sekhmet e quella di Ramses II, scoperte da Vitaliano Donati nel tempio della dea Mut a Karnak;
- il Papiro delle miniere d’oro;
- il sarcofago, il corredo e la pianta in scala della tomba della regina Nefertari;
- la Tomba di Maia, ricostruita nel museo.